Il campionato rumeno si avvia verso l’epilogo (mancano tre turni) con l’inaspettato duello tra la capolista Targu Mures (neopromossa) e i pluricampioni dello Steaua incredibilmente ad inseguire ad un punto di distanza dopo il ko nello scontro diretto, oltre ad una “bagarre” salvezza che impegna più di mezza classifica; sullo sfondo tante notizie a dir poco curiose molte delle quali c’entrano davvero poco col campo di gioco.
Partiamo da una notizia “leggera”: Adi Popa, trequartista dello Steaua, salterà la partita di questo sabato a Brasov causa matrimonio. Sembra assurdo ma il giocatore è stato inamovibile all’ovvia arrabbiatura della dirigenza che ha accusato il 26enne di prediligere le sue questioni personali a quelle del club: “Ad inizio ottobre mi sono recato da mister Galca per scegliere con lui una data del matrimonio sul nostro calendario stagionale. Poi, durante il ritiro invernale, anche il presidente Argaseala mi ha detto che andava bene dato che allora avevamo 10 punti di vantaggio. Io vorrei giocare ma non posso spostare un matrimonio fissato l’anno prima e in cui ho investito il mio stipendio di un anno. Tutti mi possono criticare per come gioco ma non per le mie questioni personali”.
Torniamo al campo per una vicenda incredibile successa in seguito al recente derby di Bucarest tra Dinamo e Steaua. Match deciso (anche) dal rigore causato dal difensore dei biancorossi Stefan Barboianu ai danni di Stanciu (che segnò poi il momentaneo 1-0 per lo Steaua). Il giocatore, a lungo punto fermo della formazione dei “Cani rossi”, è stato incredibilmente punito con la rescissione unilaterale del contratto, accusato di aver agevolato volontariamente gli avversari. Lo stesso giocatore che nell’ottobre scorso era stato lodato da tutto il calcio rumeno per aver deciso, nonostante la scomparsa del figlio piccolo, di scendere ugualmente in campo per dovere verso il club. Il presidente Ionut Negoita (vedi foto, tratta da www.digisport.ro) ha imposto questa estrema e fulminea misura motivandola così: “So cosa ha fatto Barboianu, con chi si è incontrato e quanto ha ottenuto per quello che ha fatto in campo”. Ovviamente sotto shock il giocatore che ha cercato di difendersi con questa dichiarazione: “Questa è la vita, devo essere forte. Mi hanno chiamato dal club e mi è stato detto che devo smettere di lavorare e basta. Giuro di non aver mai partecipato a qualcosa di sospetto. Ho sempre cercato di fare del mio meglio e aiutare la Dinamo, non riuscivo a dormire per due notti dopo una partita. E ‘un momento difficile per me”. Un caso che ovviamente ha scatenato diverse conseguenze: lo Steaua ha rifiutato ogni addebito considerando un’azione legale contro le parole di Negoita, il caso “Barboianu” è finito ovviamente alla Commissione Disciplinare che ha avviato un’inchiesta ascoltando entrambe le parti, ma la sentenza non è attesa a breve.
Grottesca anche la vicenda relativa all’Universitatea Cluj, altra squadra invischiata nella lotta salvezza (con poche possibilità di raggiungerla) e in pericolo bancarotta: è notizia di pochi giorni fa che il proprietario del club della Transilvania, Florian Walter, indagato per concorso in una frode fiscale per un valore di 20 milioni di euro, sarebbe fuggito a Cuba, paese verso cui la Romania non ha alcun trattato di estradizione. Si usa il condizionale in attesa dell’ufficialità ma è certo che Walter abbia lasciato il club senza aver pagato gli stipendi ai suoi dipendenti negli ultimi quattro mesi.
Tornando al campo nella scorsa settimana si sono decretate le prime due retrocessioni stagionali (saranno sei in totale): cronologicamente la prima è stata quella dell’Otelul Galati, club indebitato e partito già male in estate puntando su una rosa eccessivamente multiculturale e su uno sconosciuto tecnico tedesco per poi ripiegare sugli autoctoni Selymes e Marin ma conquistando in toto solo quattro vittorie; se ne va così un club dalla storia recente illustre (campione di Romania solo 4 anni fa il campionato partecipando poi alla fase a girone di Champions League) che potrebbe addirittura sparire essendo stato dichiarato ufficialmente in bancarotta per mancati pagamenti assicurativi a cui dovrà far fronte entro settembre. L’altra squadra a salutare la Liga I è il Ceahlaul, club che nella prima metà del campionato si trovava in brutte acque e che, illusa dal cambio di proprietà durante la sosta invernale con l’arrivo di una cordata “italiana” e di mister Zè Maria, si è ritrovato in fondo alla classifica accompagnando il tutto con magre figure come la vicenda del “doppio esonero” del tecnico brasiliano.
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